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lunedì 26 maggio 2008

"It's not over until the fat lady sings"

C'è molta speculazione, in America quanto in Italia, sull'eventuale ritiro della candidatura della Clinton dalla corsa alla nomination dei democratici. Sono rimasti da decidere una manciata di stati e oramai le sue chance di acchiappare numericamente la nomination son paragonabili a quello della Roma di superare l'Inter a due giornate dalla fine del campionato. Insomma, non ci scommetterei soldi miei.
Come mai, allora, non si ritira?
Un'ipotesi è che, seppur improbabile acciuffare un sorpasso, nel circo della democrazia che è la Convention, intende far senitire il suo peso.
Ma per capire veramente la mentalità americana si deve ricordare che i sostenitori dei candidati presidenziali non sono così diversi dai tifosi della Roma. Arrivati fin qui, la Clinton sa che milioni dei suoi sostenitori pretendono che vada fino in fondo.
Per dirla con una vecchia canzone: It's not over until the fat lady sings.

giovedì 14 febbraio 2008

Maine 2008

Obama vince nel Maine


Cambia poco nel concreto, ma molto dal punto di vista simbolico.
Poco perché il Maine manda soltanto 24 degli 4.049 delegati al congresso democratico e perché il meccanismo di voto, il caucus (assemblee di simpatizzanti di un partito che si dichiarano pubblicamente per un candidato e poi si contano), gli consentirà di ottenere poco più della metà dei delegati nonostante l'ampio distacco in termini di punti percentuali.
Fa parte delle regole. Nel Nevada, sempre per i meccanismi e le regole locali del caucus, Obama ha preso un delegato in più nonostante avesse registrato meno consensi di Hillary Clinton.
Ma la vittoria di Obama nel Maine è stata importante perché, come nell'Iowa e con le vittorie schiaccianti in altri stati del "vecchio West" come Minnesota, North Dakota, Colorado e Idaho, dove è molto contenuta la quota dell'elettorato di colore o di altre minoranze, il "candidato nero" sfonda.
In una sua analisi Mino Fucillo ha descritto Obama come "...il complesso di colpa interiorizzato per il bushismo e la speranza di indistinti giorni migliori". Ma è una questione di senso di colpa o è il fatto che oramai, almeno in quelle parti degli Usa dove la popolazione nera è minoritaria, gli americani, o quantomeno l'elettorato democratico, quasi non ragiona più in termini di razza? In quell'America oramai abituata all'idea di un presidente nero o donna, grazie a popolarissime serie televisive come "24", la "carta razza" di Obama funziona proprio perché quasi non la usa.
Obama sa di non averne bisogno. Non ha bisogno di dimostrare che è nero, ma che potrebbe fare il presidente. D'altra parte, chi non lo voterebbe a causa del colore della sua pelle non voterebbe comunque un candidato presidente democratico.



Pubblicato prima in: http://www.agenziaelettorale.it/electionrace/maine.html